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L'insegnante BiancaMaria Tapinassi-Μυλωνά

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Τρίτη 29 Ιουνίου 2010

Alberto Moravia, ascolto del racconto '"Romolo e Remo" (livello avanzato)

Cliccare sulla foto dello scrittore.
Sulla pagina che apre a destra troverete note biografiche. A sinistra ci sono i bottoni della prima e seconda parte del racconto.

Κάντε κλικ πάνω στη φωτογραφία του συγγραφέα.
Στη σελίδα που θα ανοίξει δεξιά θα βρείτε βιογραφικές σημειώσεις .Αριστερά υπάρχουν τα κουμπιά του πρώτου και δεύτερου μέρους του διηγήματος.
buon divertimento!

A. Domande di comprensione

parte prima:

1. In quali condizioni si trova Remo?

2.In quale modo pensa di togliersi la fame?

3. Com' è la trattoria di Romolo?

4.Come si comportano i due vecchi amici al loro incontro?

parte seconda:

5.Quale conseguenza porta la visita di Romo in trattoria?

B. Completamento

(il pezzo da completare si trova all' inizio della prima parte)

(το κομμάτι για συμπλήρωση βρίσκεται στην αρχή του πρώτου μέρους)

"L’urgenza della fame non si può ............................ a quella degli altri bisogni. Provatevi a dire ad alta ..............: «Mi serve un paio di ................, mi serve un pettine, mi serve un fazzoletto», tacete un ................... per rifiatare (1) e poi dite: “Mi serve un ...............” , e sentirete subito la ....................... Per qualsiasi cosa potete pensarci su, ........................, scegliere, magari rinunziarci, ma il momento che confessate a voi stessi che vi .................... un pranzo, non avete più tempo da .................... Dovete ................... il pranzo, se no morite di ...............
Il cinque ottobre di quest’ ..............., a mezzogiorno a piazza Colonna (2) sedetti sulla ringhiera della ................... e dissi a me stesso: “Mi serve un ....................” . Da terra dove, durante questa riflessione, volgevo gli ....................., levai gli sguardi al traffico del Corso e lo vidi tutto annebbiato e tremolante: non ....................... da più di un giorno e, si sa, la prima ................ che succede quando si ha fame è di vedere le cose ...................., cioè vacillanti e deboli come se fossero esse stesse, appunto, ad avere fame. Poi pensai che ................... trovare questo pranzo, e pensai che se .................... ancora non avrei più avuto la ................. nemmeno di pensarci, e cominciai a riflettere sulla maniera di trovarlo al più ................. "

C. Trascrizione del testo

Alberto Moravia, “Romolo e Remo”
Remo, il protagonista del racconto che stai per ascoltare, è un povero diavolo alle prese con la fame. Pensa e ripensa, l’unica soluzione che trova è quella di «sbafare» un pranzo nella trattoria di un suo vecchio amico, Romolo. Ma, giunto alla trattoria, scopre che anche Romolo è poverissimo. A questo punto Remo si lascerà commuovere e desisterà dal suo imbroglio oppure prevarrà in lui l’istinto di conservazione e sbaferà il pranzo a danno dell’amico?


parte prima

L’urgenza della fame non si può paragonare a quella degli altri bisogni. Provatevi a dire ad alta voce: «Mi serve un paio di scarpe… mi serve un pettine… mi serve un fazzoletto», tacete un momento per rifiatare (1) e poi dite: “Mi serve un pranzo” , e sentirete subito la differenza. Per qualsiasi cosa potete pensarci su, cercare, scegliere, magari rinunziarci, ma il momento che confessate a voi stessi che vi serve un pranzo, non avete più tempo da perdere. Dovete trovare il pranzo, se no morite di fame.
Il cinque ottobre di quest’anno, a mezzogiorno a piazza Colonna (2) sedetti sulla ringhiera della fontana e dissi a me stesso: “Mi serve un pranzo” . Da terra dove, durante questa riflessione, volgevo gli occhi, levai gli sguardi al traffico del Corso e lo vidi tutto annebbiato e tremolante: non mangiavo da più di un giorno e, si sa, la prima cosa che succede quando si ha fame è di vedere le cose affamate, cioè vacillanti e deboli come se fossero esse stesse, appunto, ad avere fame. Poi pensai che dovevo trovare questo pranzo, e pensai che se aspettavo ancora non avrei più avuto la forza nemmeno di pensarci, e cominciai a riflettere sulla maniera di trovarlo al più presto. Purtroppo, quando si ha fretta non si pensa nulla di buono: “Salgo in un tram… borseggio un tale… scappo” ; “Entro in un negozio, vado alla cassa, afferro il morto (3) … scappo” . “ No ..., perso per perso, tanto vale che mi faccia arrestare per oltraggio alla forza pubblica (4)… in questura una minestra me la dànno sempre” .
In quel momento un ragazzo, accanto a me, ne chiamò un altro: “Romolo”. Allora, a quel grido, mi ricordai di un altro Romolo che era stato con me sotto le armi. Avevo avuto, allora, la debolezza di raccontargli qualche bugia: che al paese ero benestante mentre non sono nato in alcun paese bensì presso Roma, a Prima Porta (5). Ma, adesso, quella debolezza mi faceva comodo. Romolo aveva aperto una trattoria dalle parti del Pantheon. Ci sarei andato e avrei mangiato il pranzo di cui avevo bisogno. Poi, al momento del conto, avrei tirato fuori l’amicizia, il servizio militare fatto insieme, i ricordi… Insomma, Romolo non mi avrebbe fatto arrestare.
Per prima cosa andai alla vetrina di un negozio e mi guardai in uno specchio. Per combinazione, mi ero fatto la barba quella mattina con il rasoio e il sapone del padrone di casa, un usciere di tribunale che mi affittava un sottoscala. La camicia, senza essere proprio pulita, non era indecente: soltanto quattro giorni che la portavo. Il vestito, poi, grigio spinato, era come nuovo: me l’aveva dato una buona signora il cui marito era stato mio capitano in guerra. La cravatta, invece, era sfilacciata, una cravatta rossa che avrà avuto dieci anni. Rialzai il colletto e rifeci il nodo in modo che la cravatta, adesso, aveva una parte lunghissima e una parte corta. Nascosi la parte corta sotto quella lunga e abbottonai la giacca fino al petto. Come mi mossi dallo specchio, forse per lo sforzo di attenzione con cui mi ero guardato, la testa mi girò e andai a sbattere contro una guardia ferma sull’angolo del marciapiede. “Guarda dove vai ,che sei ubriaco? “ “ Sì, ubriaco di fame “ .
Con passo vacillante mi diressi verso il Pantheon. Sapevo l’indirizzo, ma quando lo trovai non ci credevo. Era una porticina in fondo a un vicolo cieco6, a due passi da quattro o cinque pattumiere colme. L’insegna color sangue di bue portava scritto: «Trattoria, cucina casalinga»; la vetrina, anch’essa dipinta di rosso, conteneva in tutto e per tutto una mela. Dico una mela e non scherzo. Cominciai a capire, ma ormai ero lanciato ed entrai.
Una volta dentro capii tutto e la fame per un momento mi si raddoppiò di smarrimento. Però mi feci coraggio e andai a sedermi a uno qualsiasi dei quattro o cinque tavoli, nella stanzuccia deserta e in penombra.
“Cameriere! Cameriere !”.
“Papà , ti chiamano !”
“ Vado, vado...”
“Comandi, comandi signore “
“Vorrei mangiare”
“Ah ,mangiare ,subito,subito ... ma tu sei Remo…”
“Ah, mi riconosci”.
“E come se ti riconosco… non stavamo insieme sotto le armi? Non ci chiamavamo Romolo Remo e la Lupa per via di quella ragazza che corteggiavamo insieme? “
Insomma: i ricordi. Si vedeva che lui tirava fuori i ricordi non perché mi fosse affezionato ma perché ero un cliente. Anzi, visto che nella trattoria non c’era nessuno, il cliente. Di clienti doveva averne pochi e anche i ricordi potevano servire a farmi buona accoglienza.
“ Vecchio Remo, vecchio Remo; oh aspetta ,chiamo mia moglie..., Loreta!Loreta ! Vieni qua ..., Loreta, lo vedi questo ? Questo è Remo, quello di cui ho tanto parlato “.
“ Buongiorno”
“ Buongiorno”
“ Quelli sono i miei ragazzini , un maschieto e una femminuccia ... , carucci eh? No, no ... state li in cucina, vai in cucina pure tu Loreta ,vai, vai ... Bravo, bravo… il nostro Remo, proprio bravo ... , che mi racconti eh?”
“Beh, sono di passaggio a Roma… faccio il viaggiatore di commercio… siccome dovevo mangiare in qualche posto, ho pensato: Perché non andrei a mangiare dall’amico Romolo?””.
“Bravo, si capisce ; allora che facciamo :due spaghetti? “
“Si,si capisce”
“ Due spaghetti al burro e parmigiano…e cosi ci vuole meno a farli e piu’ facile ,e poi sono più leggeri… poi che facciamo? Una buona bistecca? No? Due fettine di vitella? Una bella lombatina? Una scaloppina al burro? “
“Abbacchio (7)… ne hai abbacchio? “
“Abbacchio ? ... Abbachio non ce l’ ho, mi rincresce…sai, lo facciamo per la sera.”
“ E va bene… allora un filetto con l’uovo sopra… alla Bismarck.”
“Alla Bismarck, sicuro… voleva d’ altro? “
“E insalata.”
“ Sì, pure con insalata… e un litro, asciutto (8), no? “
“ Asciutto.”
“ Asciutto, asciutto ...”

vocabolario
1. rifiatare: prendere fiato παίρνω ανάσα
2. piazza Colonna: piazza del centro di Roma πλατεία στο κέντρο της Ρώμης
3. il morto: il malloppo; termine gergale tipico della malavita η λεία,τα κλοπιμαία, όρος αργκώ των κακοποιών
4. per oltraggio alla forza pubblica: per aver offeso un rappresentante della forza pubblica, come un vigile, un poliziotto
προσβολή ενός αντιπροσώπου της δημόσιας αρχής, όπως ενός τροχονόμου , ενός αστυνομικού
5. Prima Porta: quartiere periferico di Roma συνοικία της περιφέρειας της Ρώμης
6. vicolo cieco: senza uscita δρομάκι αδιέξοδο
7. Abbacchio: piatto a base di agnello, molto caro
φαγητό με βάση το αρνί, πολύ ακριβό
8. asciutto: vino secco, non dolce οίνος ξηρός, όχι γλυκός

parte seconda

Ripetendo “asciutto” se ne ando in cucina e mi lascio’ solo al tavolino.La testa continuava a girarmi dalla debolezza, sentivo che facevo una gran cattiva azione; però, quasi quasi, mi faceva piacere di compierla. La fame rende crudeli: Romolo era forse più affamato di me e io, in fondo, ci avevo gusto. Intanto, in cucina, tutta la famiglia confabulava (1) : udivo lui che parlava a bassa voce, pressante (2) , ansioso; la moglie che rispondeva, malcontenta. Finalmente, i due figli scapparono fuori dalla cucina, dirigendosi in fretta verso l’uscita. Capii che Romolo, forse, non aveva in trattoria neppure il pane.
Intravvidi la moglie che, ritta davanti il fornello, rianimava con la ventola il fuoco quasi spento. Lui, poi, uscì dalla cucina e venne a sedersi davanti a me, al tavolino. Veniva a tenermi compagnia per guadagnar tempo e permettere ai figli di tornare con la spesa.
“ ...Dunque...”
“ Ti sei fatto un localetto proprio carino…, carino ... beh, come va? Bene eh? “
“ Bene,si ..., va bene…,sai com’ è , bene, c’è la crisi… oggi, poi, è lunedì… ma di solito, qui c’è sempre gente, non si circola “.
“ Ti sei messo a posto, eh? “
“ Si ..., cosi ... E tu ti sei messo a posto? “ .
“ Non posso lamentarmi… le mie cento, centocinquantamila lire al mese le faccio sempre; lavoro duro, però “ .
“ Perchè il nostro non è duro ? “
“ Eh, che sarà… voialtri osti state sul velluto (3) : la gente può fare a meno di tutto ma mangiare deve… scommetto che ci hai anche i soldi da parte. “
“ Vecchio Remo… ti ricordi quando stavamo insieme a Gaeta? “ .
Insomma, voleva i ricordi perché si vergognava di mentire e anche perché, forse, quello era stato il momento migliore della sua vita. Questa volta mi fece troppa compassione e lo accontentai dicendogli che ricordavo. Subito si rianimò e prese a parlare, dandomi ogni tanto delle manate sulle spalle, perfino ridendo.
Rientrò il maschietto reggendo con le due mani, in punta di piedi, come se fosse stato una reliquia , un litro colmo. Romolo mi versò da bere e versò anche a se stesso, appena l’ebbi invitato. Col vino diventò ancor più loquace, si vede che anche lui era digiuno. Così chiacchierando e bevendo, passarono un venti minuti, e poi, come in sogno, vidi rientrare anche la bambina. Poverina: reggeva con le braccine, contro il petto, un fagotto in cui c’era un po’ di tutto: il pacchetto giallo della bistecca, l’involtino di carta di giornale dell’uovo, lo sfilatino (4) avvolto in velina marrone, il burro e il formaggio chiusi in carta oliata, il mazzo verde dell’insalata e, così mi parve, anche la bottiglietta dell’olio. Andò dritta in cucina, seria, contenta; e Romolo, mentre passava, si spostò sulla seggiola in modo da nasconderla. Quindi si versò da bere e ricominciò coi ricordi.
Intanto, in cucina, sentivo che la madre diceva non so che alla figlia, e la figlia si scusava, rispondendo : «Non ha voluto darmene di meno». Insomma: miseria, completa, assoluta, quasi quasi peggio della mia.
Ma avevo fame e, quando la bambina mi portò il piatto degli spaghetti, mi ci buttai sopra senza rimorso; anzi, la sensazione di sbafare alle spalle di gente povera quanto me, mi diede maggiore appetito.
Romolo mi guardava mangiare quasi con invidia, e non potei fare a meno di pensare che anche lui, quegli spaghetti, se li poteva permettere di rado. “ Vuoi assaggiarli Romolo... dai ... Romolo ...provali,almeno una forchettata, sono buoni, no ?”
“ Sono buoni, non c’è che dire “ ,
Dopo gli spaghetti, la bambina mi portò il filetto con l’uovo sopra e l’insalata, e Romolo, forse vergognandosi di stare a contarmi i bocconi, tornò in cucina. Mangiai solo, e, mangiando, mi accorsi che ero quasi ubriaco dal mangiare. Eh, quanto è bello mangiare quando si ha fame. Mi cacciavo in bocca un pezzo di pane, ci versavo sopra un sorso di vino, masticavo, inghiottivo. Erano anni che non mangiavo tanto di gusto.
La bambina mi portò la frutta e io volli anche un pezzo di parmigiano da mangiare con la pera. Finito che ebbi di mangiare, mi sdraiai sulla seggiola, uno stuzzicadenti in bocca e tutta la famiglia uscì dalla cucina e venne a mettersi in piedi davanti a me, guardandomi come un oggetto prezioso. Romolo, forse per via che aveva bevuto, adesso era allegro e raccontava non so che avventura di donne di quando eravamo sotto le armi. Invece la moglie, il viso unto e sporco di una ditata di polvere di carbone, era proprio triste. Guardai i bambini: erano pallidi, denutriti, gli occhi più grandi della testa. Mi venne ad un tratto compassione e insieme rimorso. Tanto più che la moglie disse: «Eh, di clienti come lei, ce ne vorrebbero almeno quattro o cinque a pasto… allora sì che potremmo respirare».
«Perché? Non viene gente?»
«Qualcuno viene», disse lei, «soprattutto la sera… ma povera gente: portano il cartoccio, ordinano il vino, poca roba, un quarto, una foglietta (5) … la mattina, poi, manco accendo il fuoco, tanto non viene nessuno.»
«Ahò, piantala con questo piagnisteo… mi porti iettatura».
«La iettatura la porti tu a noi… sei tu lo iettatore; tra me che sgobbo e mi affanno e tu che non fai niente e passi il tempo a ricordarti di quando eri soldato, lo iettatore chi è?».
“ Chi è ?! Becca questo!”
«Ti ammazzo!»
“ Calma,calma!”
Capii che il momento era questo o mai più. Mi alzai e ripetendo: «Calma, calma», mi ritrovai fuori della trattoria, nel vicolo. Affrettai il passo, scantonai; a piazza del Pantheon ripresi il passo normale e mi avviai verso il Corso.

vocabolario
1. confabulava: parlava sottovoce, in atteggiamenti misteriosi μιλούσε χαμηλόφωνα, με συμπεριφορά μυστηριώδη
2. pressante: insistente.
3. state sul velluto: modo di dire che significa: vivete sicuri, senza preoccupazioni.
4. sfilatino: pane lungo e sottile.
5. una foglietta: termine romano per indicare «mezzo litro».
6. iettatura : malocchio γρουσουζιά


l' insegnante BiancaMaria Tapinassi Μυλωνά

Σάββατο 26 Ιουνίου 2010

Albergo diffuso


Cosi l’ antico borgo si trasforma in hotel.
Turismo consapevole in contatto con la comunità locale.
(livello medio avanzato)


PAROLE IMPORTANTI PER CAPIRE
tormentone βάσανο, πάθος
struttura ricettiva orizzontale δομή υποδοχής οριζόντια
borgo χωριό με τείχη σε λόφο
dimora διαμονή
inserire εισάγω
rilanciare προωθώ
viuzza σοκάκι
commistione μείξη
mete turistiche accreditate προορισμοί τουριστικοί φημισμένοι
distare απέχω


Se ne è parlato poco ma , potete giurarci, presto , l’albergo diffuso diventerà il tormentone del viaggiatore che detesta farsi chiamare turista. Un buon dizionario della lingua italiana lo definisce “ struttura ricettiva orizzontale”, situata nel centro storico di un borgo di notevole interesse artistico, dotata di una reception e di stanze ricavate in antiche dimore li intorrno. Qualcuno lo chiama anche paese albergo. Anche se in realtà non proprio ha ragione : quest’ ultimo , in genere,è un antico borgo disabitato trarformato interamente in struttura ricettiva.

“L’albergo diffuso - ci tiene a sottolineare Gianfranco Dalara ,che poi è quello che in Italia ha lanciato l’idea –è un modello di sviluppo globale del territorio , perchè inserisce le strutture ricettive all’ interno di un paese abitato e ne rilancia l’ economia. E’ un luogo adatto a chi vuole inserirsi in una comunità , vivere a stretto contatto con la sua gente , diventare , anche se solo per pochi giorni, un vero abitante del luogo” .

Il risultato è bizzarro , nulla a che vedere con il vecchio agriturismo nè con il più recente bed and breakfast. Provate ad andare nel centro storico di Specchia, in pieno Salento, l’ arrivo de “ La Residenza In” , dentro al dedalo di viuzze d’ impianto medievale, ha creato una strana commistione di lingua e costumi . In prima battuta le vecchine del luogo facevano fatica a parlare con inglesi e francesi : adesso vendono loro prodotti locali e conserve. Insomma , l’ idea non è male . Tanto che oggi in Italia di progetti per far nascere luoghi cosi ne sono stati avviati almeno 200, mentre 52 sarebbero quelli che più si avvicinano all’ idea originaria. Una lista completa è pubblicata sul sito www.albergodiffuso.com . Con una avvertenza però : in genere posti cosi non sorgono mai in mete turistiche già accreditate , piuttosto in borghi che quasi mai compaiono in guide ufficiali . L’ idea era nata negli anni ’80 per ridare vita in Friuli , ad alcuni centri quasi del tutto distrutti dal terremoto .

Per essere tale un albergo diffuso deve avere almeno due spazi comuni per gli ospiti e le case non devono distare fra loro più di 200 metri .

(tratto da un articolo di Chiara Dino da Repubblica , 9 Febbraio 2007)

Foglio di lavoro

A. Dopo aver letto l’ articolo prova a collegare titoli e definizione

Titoli : le dimore , le affinità , le caratteristiche, la definizione, la filosofia

Definizioni
1. Albergo diffuso è una struttura ricettiva orizzontale situata nel centro storico di un borgo di notevole interesse artistico. ...................

2. Per essere tale un albergo diffuso deve avere almeno 2 spazi comuni, uno al chiuso e uno al aperto , come un’ antica corte. ...................

3.Gli ospiti non devono essere raggruppati in un unico edificio, ma neppure troppo sparpagliati: 200 metri tra una casa e l’ altra è l’ ideale. .....................

4. L’ idea è quella di sviluppare il borgo e rilanciarne l’ economia , facendo vivere gli ospiti a stretto contatto con la comunita’ locale. .......................

5. L’ idea dell’ albergo diffuso è simile a quella del paese albergo: quest’ ultimo è un borgo trasformato interamente in hotel. ..........................

B. Rispondi a queste domande
• Come può essere definito l’ albergo diffuso?
• Dove e perchè nasce l’ idea?
• A quale utenza si rivolge questo tipo di turismo?
• Che differenza c’ è fra albergo diffuso e paese albergo?



l'insegnante BiancaMaria Tapinassi Mυλωνά

Jose Feliciano ,"che sara'" , il video e foglio di lavoro


Dedicato a tutte le persone che per trovare la loro strada hanno dovuto lasciare il proprio paese.


Foglio di lavoro

Attività a : Completare

Paese mio che stai sulla ...................
Disteso come un vecchio addormentato:
La .................
l'abbandono
il ...................
Son la tua malattia

Paese mio ti lascio
io vado via.

Che sarà
che sarà
che sarà
Che sarà
della mia ...............
chi lo sa!
So far tutto o forse niente
da .................. si vedrà
E sarà
sarà quel che sarà .

Gli amici miei son quasi tutti via
E gli altri partiranno dopo me

Peccato
perchè stavo bene in loro ....................
Ma ................. passa
tutto se ne và.

Che sarà
che sarà
che sarà
Che sarà
della mia vita
chi lo sa!
Con me porto la ................
e se la notte .....................
Una nenia di paese suonerò .

Amore mio ti bacio sulla ....................
Che fu la fonte del mio primo amore

Ti do l’ .........................
come, quando ,non lo so

Ma so soltanto che ritornerò.

Che sarà
che sarà
che sarà
Che sarà
della mia vita
chi lo sa!
Con me porto la chitarra
e se la notte piangerò
Una nenia di paese suonerò.

Che sarà
che sarà
che sarà
Che sarà
della mia vita
chi lo sa!
So far tutto o forse niente
da domani si vedrà
E sarà
sarà quel che sarà.

Attività b: domanda di elaborazione
• Quali sentimenti esprime l’ autore della canzone?

C. Il testo e la traduzione

Paese mio che stai sulla collina
Χωριό μου που στέκεσαι πάνω στο λόφο
Disteso come un vecchio addormentato:
Ξαπλωμένο σαν ένας γέρος αποκοιμισμένος
La noia
Η βαρεμάρα
l'abbandono
η εγκατάλειψη
il niente
το τίποτα
Son la tua malattia
είναι η αρρώστια σου

Paese mio ti lascio
χωριό μου σε αφήνω
io vado via.
εγώ φεύγω

Che sarà
τι θα γίνει
che sarà
che sarà
Che sarà
della mia vita
με τη ζωή μου
chi lo sa!
ποιος το ξέρει!
So far tutto o forse niente
ξέρω να τα κάνω όλα ή ίσως τίποτα
da domani si vedrà
από αύριο θα δούμε
E sarà
και θα γίνει
sarà quel che sarà .
θα γίνει αυτό που θα γίνει

Gli amici miei son quasi tutti via
οι φίλοι μου έφυγαν σχεδόν όλοι μακριά
E gli altri partiranno dopo me
και οι άλλοι θα φύγουν μετά από μένα
Peccato
κρίμα
perchè stavo bene in loro compagnia
γιατί πέρναγα καλά με την παρέα τους
Ma tutto passa
μα όλα περνούν
tutto se ne và.
Όλα φεύγουν .

Che sarà
che sarà
che sarà
Che sarà
della mia vita
chi lo sa!
Con me porto la chitarra
Μαζί μου κουβαλάω την κιθάρα
e se la notte piangerò
Και αν τη νύχτα θα κλαίω
Una nenia di paese suonerò .
Ένα νανούρισμα του χωριού θα παίξω

Amore mio ti bacio sulla bocca
Αγάπη μου σε φιλάω στο στόμα
Che fu la fonte del mio primo amore
Που ήταν η πηγή της πρώτης μου αγάπης

Ti do l’ appuntamento
Σου δίνω ραντεβού
come, quando ,non lo so
Πώς,πότε, δεν το ξέρω

Ma so soltanto che ritornerò.
Μα ξέρω μονάχα πως θα γυρίσω

Che sarà
che sarà
che sarà
Che sarà
della mia vita
chi lo sa!
Con me porto la chitarra
e se la notte piangerò
Una nenia di paese suonerò.

Che sarà
che sarà
che sarà
Che sarà
della mia vita
chi lo sa!
So far tutto o forse niente
da domani si vedrà
E sarà
sarà quel che sarà.

l' insegnante BiancaMaria Tapinassi
Anche il mio paese , San Miniato al Tedesco, è un borgo che si trova nel centro della Toscana fra Pisa e Firenze . Per questo i suoi abitanti lo considerano il centro del mondo. (come dice Jovanotti “l’ ombelico del mondo” )
Kαι το δικό μου χωριό , San Miniato al Tedesco ,είναι ένα borgo που βρίσκεται στο κέντρο της Toσκάνης ανάμεσα στην Pisa και το Firenze. Γι΄αυτό οι κάτοικοί του το θεωρούν κέντρο του κόσμου. (όπως λέει και ο Jovanotti ¨ο ομφαλός της γης¨)

BiancaMaria Tapinassi-Μυλωνά

SAN MINIATO

San Miniato è un comune di 28.087 abitanti della provincia di Pisa. Il centro storico della cittadina sorge in posizione strategica su un colle lungo l'Arno a metà strada tra Firenze e Pisa.
NOTA STORICA
Il nucleo originario della città risale all'VIII secolo: un gruppo di longobardi, si stabilì su questo colle ed edificò una chiesa dedicata al martire Miniato. Federico II di Svevia eresse nella città la rocca e vi fece risiedere il suo vicario per la Toscana. Per questa origine germanica la città fu chiamata per tutto il medioevo come San Miniato al Tedesco, nome che è rimasto in uso anche nei secoli successivi. Il giovane Napoleone si recò a San Miniato ben due volte. La prima fu per avere l'attestato di nobiltà della propria famiglia, necessario per poter accedere all'accademia militare francese. Successivamente vi fece ritorno durante la Campagna d'Italia, facendo visita a suo zio Filippo Buonaparte. Una lapide affissa sul palazzo Buonaparte testimonia l'incontro lì avvenuto. La città rimase nell'orbita fiorentina fino al 1925, quando fu ceduta non senza polemiche alla provincia di Pisa. La parlata samminiatese appartiene in effetti alla sfera dei dialetti fiorentini. La seconda guerra mondiale lasciò il segno nella città per via della strage del Duomo. Venne altresì distrutta una buona parte delle costruzioni medievali, tra cui la Rocca di Federico II, prontamente ricostruita negli anni successivi.

ATTIVITA' :
Domande di comprensione

• Perchè la sua posizione è strategica?
• Chi eresse la rocca?
• Perchè i samminiatesi parlano fiorentino?

CULTURA
La principale manifestazione che ha luogo nel Comune è la Mostra Mercato Nazionale del tartufo bianco delle Colline Sanminiatesi che si svolge nelle principali vie e piazze del capoluogo il secondo, terzo e quarto fine settimana di novembre. Vedi successiva intervista al sindaco di San Miniato.
• Tra le altre manifestazioni da segnalare il festival internazionale del teatro di figura La luna è azzurra, che si tiene a fine giugno e la storica Festa del teatro, a fine luglio, con la rappresentazione di un dramma popolare a soggetto religioso in piazza del Duomo.
• Durante tutto il mese di Luglio hanno luogo a San Miniato e nelle frazioni del Comune i concerti di Un castello di suoni un'importante rassegna di musica classica, che da anni porta a San Miniato musicisti di fama internazionale, valorizzando anche i giovani esecutori. Durante la manifestazione ogni anno viene proposta al pubblico un'opera lirica.
• La prima domenica dopo Pasqua, sempre presso il prato della Rocca di Federico II viene organizzata la Festa degli Aquiloni'.

l' insegnante BiancaMaria Tapinassi Μυλωνά

Tartufo, San Miniato, intervista al Sindaco Vittorio Gabbanini



ASCOLTO E COMPLETAMENTO

Giornalista : ¨Oggi si apre la 39esima edizione nazionale del tartufo bianco delle colline samminiatesi. Ma quali sono i suoi protagonisti? ¨

Sindaco: ¨Mah , direi innanzitutto ........................................ perchè , come al solito, è stato un impegno grandissimo. San Miniato in questi giorni , ha vissuto dei momenti ............................... . Ce l’abbiamo fatta. Siamo arrivati al primo weekend della mostra nazionale del tartufo bianco.
Gli impegni che ci sono ...................... la mostra sono tantissimi. Ci sono varie mostre ................................. . Quest’ anno , l’ ho detto tante volte , lo voglio ripetere : quest’ anno abbiamo abbinato , abbiamo coniato lo slogan : ……… ……………………………… ……… …………….. ….. …………………. .
Abbiamo abbinato il tartufo che è al centro , ma a 360 gradi ci ruota tutto. Praticamente ci ruota tutto: l’ arte, la storia , la cultura e anche le nostre ..................... , le nostre concerie , i nostri imprenditori. La pelle (1) è anche un modo........................... di abbinarsi al tartufo. ¨

Giornalista: ¨A questo .............................. , proprio in palazzo comunale , avete allestito una mostra molto ............................. che parla di creatività toscana.
Di cosa ...... .................... ? ¨

Sindaco: ¨Si, davvero , siamo anche ................ ............................ di questo .
Noi , in palazzo comunale , che è in centro, la casa di tutti i cittadini , c’ à un pò la storia della nostra Italia.
Si parte da una ......................... interamente foderata di pelle , si passa alla vespa , che ha rappresentato ,nel nostro territorio , un ' epoca gli anni 60, ( insomma Pontedera , la Piaggio (2) ) a una cinquecento interamente .................................. di pelle e poi altri oggetti. Insomma siamo veramente soddisfatti. E’ un pò il ......................... della nostra Italia, un pò il cammino di San Miniato , un pò il cammino del nostro ........................ . ¨

Giornalista: ¨ Ma perchè un visitatore dovrebbe venire proprio a San Miniato e proprio nei giorni del tartufo?¨

Sindaco: ¨ Mah ! per due cose : innanzitutto San Miniato ,lo dico sempre , è ....... ................ della Toscana , è una terra .................. ....... storia , di arte e di cultura.Quindi può venire a visitare innumerevoli ...................... , opere d’ arte che ci sono a San Miniato .
Poi ,in più , di Novembre c’ è il tartufo , quindi e’ di obbligo un .......................... a San Miniato negli ultimi tre weekend del mese di Novembre.¨

Νοte:
(1) La pelle: δέρμα (το San Miniato βρίσκεται σε μια ζώνη με πολλά βυρσοδεψεία)
(2) Piaggio: η εταιρεία που παράγει τη γνωστή βέσπα με έδρα την Pontedera , 40 χιλιόμετρα περίπου από το San Miniato.

l'insegnante BiancaMaria Tapinassi Μυλωνά

Tartufo e Creatività Toscana , il video

Tartufo bianco, il " diamante della terra"


Le antichissime origini del “diamante della terra”
La storia del tartufo affonda le sue radici in epoche assai antiche.
Già nel 3000 a.C sembra che i Babilonesi fossero attratti da uno strano fungo sotterraneo, la Trafezia, molto simile per forma al tartufo bianco pregiato.
Anche i Greci nella loro cucina pregiata utilizzavano il tartufo (tydnon) la cui origine era attribuita al combinarsi delle piogge autunnali con il tuono; lo stesso avveniva presso i Romani (che lo chiamano tuber dal verbo tumere gonfiarsi) che ne furono ghiotti consumatori .
La particolarità di questo fungo ipogeo che vive sotto terra senza apparenti radici, il suo profumo e le sue forme bizzarre, lo hanno circondato da un’aura di mistero rendendolo desiderabile e “divino”. Già allora il suo prezzo era elevatissimo perchè raro e la sua presenza sulla tavola era quindi indice di nobiltà e potenza. Si era certi del suo potere afrodisiaco e infatti era stato dedicato dai pagani a Venere.
Le prime ricette in cui compare il tartufo risalgono ad Apicio, famoso cuoco di Traiano, che, nel suo De Re Culinaria, ne canta le lodi, ricordando come Nerone lo chiamasse “cibo degli dei”.
da Federico, 19 Marzo 2008, in Tartufo Cultura

Domande di comprensione:
•Quali sono le caratteristiche del tartufo?
•Perchè è considerato il diamante della terra?

l' insegnante BiancaMaria Tapinassi Μυλωνά

Tartufo e animali per la sua ricerca, il video

Παρασκευή 18 Ιουνίου 2010

Lucio Battisti , breve biografia


Lucio Battisti (Poggio Bustone, 5 marzo 1943 – Milano, 9 settembre 1998) è stato un musicista e cantautore italiano. È considerato una delle massime personalità nella storia della musica leggera italiana sia come interprete della sua musica, sia come autore per altri artisti.
La sua produzione ha rappresentato una svolta decisiva nel pop e nel rock italiani: da un punto di vista strettamente musicale, Lucio Battisti ha personalizzato e innovato in ogni senso la forma della canzone tradizionale e melodica (intesa come susseguirsi di strofa – ritornello – strofa – inciso – finale).
Grazie ai testi scritti da Mogol, Battisti ha rilanciato temi ritenuti esauriti o difficilmente innovabili, quali il coinvolgimento sentimentale e i piccoli avvenimenti della vita quotidiana; ha saputo esplorare anche argomenti del tutto nuovi e inusuali, a volte controversi, spingendosi fino al limite della sperimentazione pura nel successivo periodo di collaborazione con Pasquale Panella.
(da Wikipedia)


PAROLE - CHIAVI
autore δημιουργός
interprete ερμηνευτής
strofa στροφή , κουπλέ
ritornello ρεφραίν
inusuale ασυνήθιστο
controverso αντιφατικό

lavoriamo sulla canzone " sette e quaranta" :seguono il vocabolario , il video e un foglio di lavoro.
Eργαζόμαστε πάνω στο τραγούδι ΅sette e quaranta": ακολουθούν το λεξιλόγιο, το βίντεο και ένα φύλλο εργασίας.

Buon divertimento!

Lucio Battisti, " sette e quaranta" , livello intermedio


Il vocabolario della canzone

Date una occhiata al vocabolario e dopo ascoltate la canzone.
Ρίχτε μια ματια΄στο λεξιλόγιο και μετά ακούστε το τραγούδι.

Informarsi πληροφορούμαι
partire αναχωρώ
traffico κυκλοφορία
lento αργός
ora di punta ώρα αιχμής
bastare αρκεί
giungere φτάνω
la chiave το κλειδί
ricordare,ricordarsi θυμάμαι
la finestra το παράθυρο
la valigia η βαλίτσα
scordare ξεχνώ
pensare σκέφτομαι
rendersi conto καταλαβαίνω
soffrire υποφέρω
istante στιγμή
piangere κλαίω
presto γρήγορα
solo μόνος
strano παράξενος
l’occhio μάτι
scendere κατεβαίνω
velo πέπλο
forse ίσως
suggestione υποβολή,αυθυποβολή
paura φόβος
chissa ποιος ξέρει
possibile δυνατόν
bisogno ανάγκη
volo πτήση
stavolta αυτή τη φορά
senz’altro το δίχως άλλο
fiore λουλούδι
sono certo είμαι σίγουρος
di corsa τρέχοντας
vedere βλέπω
appena μόλις
gia ήδη

Segue il video.Αscoltiamo la canzone.
Ακολουθεί το βίντεο . Aκούμε το τραγούδι.

l'insegnante BiancaMaria Tapinassi-Mυλωνά

Lucio Battisti, " sette e quaranta" , il video

(dedicato a Μινα, Ελένη e Τούλα)



Segue un foglio di lavora, il testo e la traduzione della canzone

buon lavoro e buon divertimento!

Lucio Battisti, " sette e quaranta" , foglio di lavoro



A . ESERCIZIO DI COMPRENSIONE

Scelta multipla

1.La ragazza parte con ð il treno ð l’ aereo ð l’ autobus

2. La chiave di casa e' ð sotto la porta ð in tasca ð sulla finestra

3.Il traffico nell’ ora di punta e' ð scorrevole ð veloce ð lento

4. Il ragazzo ð ha bisogno della ragazza ð ha paura ð e' in compagnia

5.Il ragazzo parte con ð il treno ð l’ aereo ð la nave

6.Il ragazzo mette nella valigia ð un profumo ð un fiore ð una mela

7.Chi arriva per primo, il ragazzo o la ragazza ?


B. TESTO E TRADUZIONE (η μετάφραση για λόγους διδακτικούς είναι κατά λέξη)

Mi sono informato c’e' un treno che parte alle 7 e 40΄
Πληροφορήθηκα υπάρχει ένα τρένο που φεύγει στις 7 και 40'
non hai molto tempo, il traffico e lento nell’ora di punta
δεν έχεις πολύ χρόνο, η κυκλοφορία είναι αργή την ώρα της αιχμής
ti bastano dieci minute per giungere a casa nostra
σου φτάνουν δέκα λεπτά για να φτάσεις στο σπίτι μας
la chiave ricorda che e li, li sulla finestra
το κλειδί θυμήσου πως είναι εκεί, εκεί στο παράθυρο
e nel far le valigie ricordati di non scordare
και φτιάχνοντας τις βαλίτσες θυμήσου να μην ξεχάσεις
qualche cosa di tuo che a te poi mi faccia pensare
κάτι δικό σου που εσένα μετά να με κάνει να σκέφτομαι
e ora basta non stare piu qui, ti rendi conto anche tu che noi
και τώρα φτάνει μην στέκεσαι πια εδώ, καταλαβαίνεις και συ ότι εμείς
soffriamo di piu'
υποφέρουμε περισσότερο
ogni istante che passa di piu, no non piangere,
κάθε στιγμή που περνά περισσότερο, όχι μην κλαίς,
presto, presto, presto, presto vai
γρήγορα πήγαινε
da un minuto sei partita e sono solo
εδώ και ενα λεπτό έφυγες και είμαι μόνος
sono strano e non capisco cosa c’e' sui miei occhi
νιώθω παράξενα και δεν καταλαβαίνω τι υπάρχει στα μάτια μου
da un minuto e sceso un velo,forse e solo suggestione, o paura o chissa che
σε μια στιγμή κατέβηκε ένα πέπλο, ίσως είναι μόνο μια αυθυποβολή ή φόβος ή ποιος ξέρει τι
e' possibile che abbia fin da ora gia bisogno di te…
είναι δυνατόν να έχω από τώρα ήδη ανάγκη από σένα…
Mi sono informato c’e' un volo che parte alle 8 e 50΄
πληροφορήθηκα υπάρχει μια πτήση που φεύγει στις 8 και 50'
non ho molto tempo il traffico e' lento all’ora di punta
δεν έχω πολύ χρόνο η κυκλοφορία είναι αργή την ώρα της αιχμής
mI bastano dieci minuti per giungere a casa nostra,
la chiave l’hai messa senz’altro li, li sulla finestra
το κλειδί το έβαλες το δίχως άλλο εκεί,εκεί στο παράθυρο
e nel far le valigie stavolta non devo scordare
και φτιάχνοντας τις βαλίτσες αυτή τη φορά δεν πρέπει να ξεχάσω
di mettere un fiore che adesso ti voglio comprare
να βάλω ένα λουλούδι που τώρα θέλω να στο αγοράσω
Con l’aereo in un ora sono li e poi di corsa un taxi ,
Με το αεροπλάνο σε μια ώρα είμαι εκεί και μετά τρέχοντας ένα ταξί,
sono certo cosi quando arrivi col treno mi vedi, non piangere…
είμαι σίγουρος έστι όταν φτάσαεις με το τρένο θα με δεις, μην κλαις...

C . DRAMMATIZZAZIONE

Che cosa e' successo? Provate a raccontare la storia della canzone e a rappresentarla con tre scene:
a. I ragazzi si salutano e sono tristi.
b. La ragazza parte , prepara la valigia , e va a prendere l’ aereo.
c. Il ragazzo e’ alla stazione e aspetta la ragazza che arrivando avra’ una sorpresa.

D. ESERCIZI GRAMMATICALI

a.TRASFORMARE
1.Di solito mi informo bene sugli orari dei treni. E anche ieri ................................................
2. Di solito non mi ricordo di tutte le spese. Anche ieri .................................................................
3. Di solito non mi rendo conto delle difficolta . E anche l’anno scorso .....................................

b. RISPONDERE
1.E' partito il treno? Si, e'' appena partito. Si, e' gia partito.
2.E' finito il film? Si, ........................... Si, ...................
3.E' passato l’autobus? Si, ...................... Si, .....................


για βοήθεια και διευκρινήσεις
thmylonas@sch.gr

L’insegnante BiancaMaria Tapinassi-Μυλωνά

Edoardo Bennato - "viva la mamma", il video

(dedicato a Πέγκυ e Ελντίνα e alla loro mamma)



Segue un foglio di lavoro sulla canzone
Ακολουθεί ένα φύλλο εργασίας πάνω στο τραγούδι

buon divertimento!

Edoardo Bennato, "viva la mamma" ,karaoke, proviamo a cantare, ας δοκιμάσουμε να τραγουδήσουμε

Edoardo Bennato , " viva la mamma" , foglio di lavoro



Foglio di lavoro.
Scelta multipla

1.C'è folla tutte le sere ◘ nel teatro ◘ nel bar ◘ nel cinema


2.Il ragazzo vuole comprare ◘ una chitarra nuova... ◘ una bicicletta ◘ un gioco da tavolo

3.Alla mamma piace ◘ una gonna un po’ corta ◘ una camicia bianca ◘ una gonna un po' lunga

4.La mamma ◘ e’ sempre molto severa ◘ a volte e’ un po' severa. ◘ non e’ mai severa


5.Bang bang la sveglia suona ◘ ma il ragazzo vuole stare ancora un momento a letto ◘ e il ragazzo si alza subito. ◘ ma il ragazzo non si alza perche’ e’ malato.

TESTO E TRADUZIONE
C'è folla tutte le sere
Υπάρχει πλήθος όλα τα βράδια
nei cinema di Bagnoli
στο σινεμά του Μπανιόλι
un sogno che è in bianco e nero
ένα όνειρο που είναι μαυρόασπρο
tra poco sarà a colori
σε λίγο θα είναι έγχρωμο
l'estate che passa in fretta
το καλοκαίρι που περνάει βιαστικά
l'estate che torna ancora
το καλοκαίρι που γυρνά πάλι
i giochi messi da parte
τα παιχνίδια που μπήκαν στην άκρη
per una chitarra nuova...
για μια κιθάρα καινούργια

Viva la mamma
Ζήτω η μαμά
affezionata a quella gonna un po' lunga
παθιασμένη με εκείνη τη φούστα τη λίγο μακριά
così elegantemente anni cinquanta
τόσο κομψά η δεκαετία του ΄50
sempre così sincera.
πάντα τόσο ειλικρινής

Viva la mamma
viva le donne con i piedi per terra
Ζήτω οι γυναίκες με τα πόδια στη γη
le sorridenti miss del dopoguerra
οι χαμογελαστές μις μεταπολεμικά
pettinate come lei.
χτενισμένες όπως εκείνη

Angeli ballano il rock ora
Άγγελοι χομεύουν ροκ τώρα
tu non sei un sogno - tu sei vera.
εσύ δεν είσαι ένα όνειρο-είσαι αληθινή
Viva la mamma perché
Ζήτω η μαμά γιατί
se ti parlo di lei non sei gelosa!
Αν σου μιλώ γι’αυτήν δε ζηλεύεις

Viva la mamma
affezionata a quella gonna un po' lunga
indaffarata sempre e sempre convinta
Πολυάσχολη πάντα και πάντα πεπεισμένη
a volte un po' severa.
Μερικές φορές λίγο αυστηρή

Viva la mamma
viva la favola degli anni cinquanta
Ζήτω το παραμύθι της δεκαετίας του ΄50
così lontana eppure così moderna
τόσο μακρινό και όμως τόσο μοντέρνο
e così magica.
και τόσο μαγικό.

Angeli ballano il rock ora
non è un juke box, è un'orchestra vera.
Δεν είναι ένα τζουκ μποξ, είναι μια ορχήστρα αληθινή
Viva la mamma perché
se ti parlo di lei non sei gelosa!

Bang bang la sveglia che suona
το ξυπνητήρι που χτυπά
bang bang devi andare a scuola
πρέπει να πας στο σχολείο
bang bang soltanto un momento
μόνο ένα λεπτό
per sognare ancora!
Για να ονειρευτώ ακόμα!

Viva la mamma
affezionata a quella gonna un po' lunga
così elegantemente anni cinquanta
sempre così sincera.

Viva la mamma
viva le regole e le buone maniere
ζήτω οι κανόνες και οι καλοί τρόποι
quelle che non ho mai
αυτοί που ποτέ δεν
saputo imparare
μπόρεσα (ήξερα) να μάθω
forse per colpa del rock...
ίσως από φταίξιμο του ροκ
Forse per colpa del rock... rock...
Forse per colpa del... forse per colpa del rock

l' insegnante BiancaMaria Tapinassi-Mυλωνά

Roberto Saviano , breve biografia

Roberto Saviano e' uno scrittore e giornalista italiano. Nei suoi scritti e nel suo libro , " Gomorra" , usa la letteratura per raccontare la realta' della camorra e della criminalita' organizzata in genere. Dalle prime minaccie di morte del 2006 da parte dei camorristi vive sotto scorta.
Sono numerose le sue collaborazioni con importanti testate giornalistiche italiane ed internazionali. Attualmente in Italia collabora con " L' Espresso" e " La Repubblica" , negli Stati Uniti con " Washington Post" , in Spagna con " El Pais" ecc
Per le sue posizione coraggiose non sono mancati gli appelli a non lasciarlo solo di importanti scrittori e personaggi culturali del calibro di Umberto Eco.
Segue una sua intervista e un relativo foglio di lavoro
Ακολουθεί μια συνέντευξή του και ένα σχετικό φύλλο εργασίας

Roberto Saviano, l'intervista, il video

segue un relativo foglio di lavoro

ακολουθεί ένα , σχετικό με το βίντεο, φύλλο εργασίας

buon lavoro!

Roberto Saviano, intervista, foglio di lavoro

vedi , ascolti , capisci βλέπεις , ακούς , κατανοείς
PARTE A
1. Cosa significa la frase " la scuola e' l' ultima ruota del carro?"
2.Quanti anni ha lo scrittore?
3. Cosa voleva ascoltare lo scrittore a scuola quando era piccolo?
4. Cosa rappresentano gli insegnanti nella scuola , secondo Roberto Saviano?
PARTE B
1. Con quale sentimento ha affrontato l' idea di scrivere un libro per la scuola?
2.Perche' e' importante leggere scrittori come Pasolini e Cecco Angiolieri?
3.Cosa puo' fare la scuola?
l'insegnante BiancaMaria Tapinassi-Μυλωνά